Perché le monocolture non fanno bene all’ambiente
Le monoculture sono un problema per la biodiversità perché riducono la varietà di piante presenti in una determinata area. Questo si traduce in mancanza di cibo e rifugi per tanti animali, inclusi gli importantissimi insetti impollinatori. Non bastasse, questa pratica di coltivazione rende le colture più vulnerabili alle malattie e ai parassiti, aumentando la necessità di ricorrere all’uso di prodotti chimici dannosi per noi e per l’ambiente.
Che cosa significa monocoltura
La monocultura è quella pratica agricola – largamente diffusa anche nel nostro Paese – che consiste nel coltivare una sola specie di pianta su una vasta area di terreno per aumentare la produzione di prodotti come grano, pomodori, mais – o anche frutta come, ad esempio, le mele – usando tecniche di coltivazione intensive.
Questo modo di coltivare, che in effetti consente di massimizzare la produzione e il profitto, ha però un impatto negativo sull’ambiente e sulla biodiversità. Le monoculture, infatti, interrompono gli ecosistemi naturali, limitando la varietà di specie vegetali e animali presenti nell’area. Inoltre, possono anche aumentare la vulnerabilità delle colture a malattie e parassiti, dato che una grande popolazione di una singola specie ospitante rende più facile per questi ultimi la possibilità di diffondersi rapidamente.
Per questo motivo, la coltivazione di monoculture richiede un uso massiccio di prodotti chimici come fertilizzanti, pesticidi e erbicidi che vanno a contaminare le falde acquifere e il suolo, danneggiando la salute degli animali (e anche delle persone) che vivono nelle vicinanze.
Le conseguenze della coltivazione a monocoltura sugli insetti impollinatori
Come abbiamo anticipato, le monoculture possono avere un impatto negativo sugli impollinatori – tra cui api, osmie, farfalle e coccinelle – che dipendono da una varietà di piante per trovare il cibo e il riparo necessari alla loro sopravvivenza
Anche l’uso eccessivo di pesticidi e altri prodotti chimici può uccidere questi insetti o, quantomeno, comprometterne gravemente la salute. Una pratica che ha già causato una grave riduzione delle popolazioni di questi preziosi animali.
Eppure, come ben sappiamo, gli impollinatori sono di vitale importanza non solo per la biodiversità, ma anche per tutti noi, dato che la loro scomparsa avrebbe gravi conseguenze anche sulla disponibilità del cibo che mangiamo. Infatti, la maggior delle colture, per produrre i frutti e i semi dipende da queste importanti creature.
Cosa fare per aiutare gli impollinatori nelle zone dove c’è monocoltura
Per mitigare gli effetti negativi della pratica della monocoltura, gli agricoltori possono adottare tecniche agricole sostenibili come la rotazione delle colture, la creazione di habitat ad hoc per gli insetti impollinatori, la riduzione dell’uso di prodotti chimici dannosi per l’ambiente e la promozione di colture miste al posto delle monoculture.
Facendo questo, potrebbero contribuire a creare e mantenere un ambiente più sano per tutti e preservare la biodiversità degli ecosistemi agricoli.
Anche seminare fiori che sbocciano in diversi momenti dell’anno all’interno di rotazioni e lungo le strade può fornire una utile fonte di nutrimento per gli impollinatori.
Insomma, ogni sforzo – anche quello più piccolo – per creare un ambiente più favorevole può avere un grande impatto sulla loro sopravvivenza e, di conseguenza, sull’ambiente e sul nostro futuro.
Le oasi di biodiversità di SavingBees
È proprio per salvaguardare gli impollinatori e la biodiversità che noi di SavingBees abbiamo deciso, qualche anno fa, di creare tante oasi di biodiversità, favorendo in questo modo il loro reinsediamento naturale.
Si tratta di grandi aree selvatiche dove ripristiniamo gli habitat naturali di questi animali seminando tanti fiori diversi che producono abbondanza di nettare e polline. In questi grandi prati fioriti e selvatici, dove il terreno non verrà più arato per proteggere gli insetti che fanno i nidi sottoterra, gli impollinatori possono nutrirsi in abbondanza e nidificare in sicurezza.
di Petra Invernizzi, Bee-Copy @Pinvi – Racconti di api